ING. MATTEO BORRI
Questa volta la piattaforma Zoom è provvidenziale perché il nostro oratore era molto distante, 9 ore di fuso orario e più precisamente in California.
Abbiamo un ospite un po’ speciale, questa volta gioco in casa o meglio, gioco in famiglia, è un mio giovane cugino, figlio di cugini, compagno di giochi e di estati assieme ai miei figli con una grande vena di genialità nel sangue che lo ha portato a scelte di studio e di lavoro particolari.
Appassionato di robotica fin da giovanissimo, riusciva a realizzare i suoi robottini considerati da tutti solo dei sogni.
Ricorda con divertimento quando creò un piccolo veicolo in grado di percorrere un paio di chilometri in totale autonomia, raggiungere un tabaccaio nel centro di Verbania Pallanza, farsi dare un pacchetto di sigarette e rientrare a casa, il tutto con l’ausilio di un telefonino.
Questo strano oggetto suscitò tale curiosità che intervennero gli artificieri dei Carabinieri dopo l’allarme di alcuni cittadini ignari di tale tecnologia sperimentale.
Questa passione ha portato Matteo in America, in particolare a Houston dove ha preso una laurea in ingegneria elettronica ed un’altra in ingegneria informatica.
Incredibile a dirsi ma i giochi giovanili con la creazione di “robottini” funzionanti col sistema Android ha permesso di suscitare l’interesse della NASA.
La collaborazione nel frattempo si è intensificata e nel 2015 è iniziato lo studio di un apparecchio in grado di cercare molecole di clorofilla per la sonda che ora si trova su Marte.
La clorofilla è la base di un sistema di vita e trovarne tracce sul pianeta rosso sarebbe una scoperta eccezionale.
Anche se il contributo per la realizzazione di questo macchinario si diluisce con il contributo di tanti tecnici e ricercatori, nulla toglie allo sforzo ed alla soddisfazione per essere arrivati al compimento un comune sforzo.
Matteo ricorda di un italiano che aveva allo studio un piccolo drone che doveva volare sulla superficie di Marte con una gravità dimezzata rispetto a quella terrestre ma con un’atmosfera che è lo 0,5% della nostra.
In tale situazione le eliche invece che girare a 3000 giri/minuto devono andare a 100.000 giri/minuto.
Il drone è una realtà che ha perfettamente funzionato per voli di ricognizione e la scommessa di 20$ sul fatto che non sarebbe stato in grado di volare è stata regolarmente pagata.
Parlando di NASA si può facilmente pensare che l’ambiente sia molto formale ed invece, sarà il clima della California, sarà per la fantasia che gli addetti alla Silicon Valley devono quotidianamente utilizzare, anche gli alti vertici hanno un atteggiamento molto “slow” per dirla all’inglese, molto “scasciato” per dirla all’italiana.
Chris McKay, vicepresidente del NASA Ames Research Center (referente di Matteo in NASA) e grande studioso della possibile vita umana su Marte è la persona capace immergersi durante il lockdown in caverne di cristallo sotto il Madagascar e farsi lanciare viveri da un aereo della Air Force per oltre due mesi.
Esempio di come usufruire efficacemente del tempo che diversamente sarebbe perso.
Ma nella vita di Matteo ci sono altri esempi curiosi ed esperienze interessanti come quando nel 2014 è stato preso per un programma di esperienza di vita in un ambiente simile a quello marziano.
Nel deserto freddo dello Utah dove in inverno si toccano temperature inferiori ai -40° era stata creata una base autosufficiente dove 5 persone avrebbero dovuto vivere in modo totalmente autonomo e scollegato dalla civiltà.
Il punteggio era dato da chi faceva meno errori che in un ambiente esterno all’atmosfera terrestre sarebbero risultati fatali tipo, per esempio, fare movimento che avrebbero lacerato la tuta.
Finito l’esperimento dopo due settimane Matteo sarebbe morto due volte, in compenso il sistema idraulico per il riciclaggio dell’acqua, rotto nel secondo giorno non ha permesso alcun tipo di igiene personale per tutto il tempo di vita “extraterrestre”.
Interessante inoltre è stato lo studio per una stampante 3D che consumasse pochissima energia e permettesse di realizzare pezzi di ricambio vitali per la riparazione di macchinari in loco.
Ma la ricerca ha i soli limiti posti dalla fantasia che si incontra con la necessità.
Interessante l’esempio di come lo studio con l’utilizzo degli ultrasuoni per verificare la stabilità dei terreni in fase di atterraggio dei razzi, superato da altre tecnologie, è ritornato in auge quando si è potuto capire che la stessa tecnologia poteva invece individuare corpi o masse sotto i ghiacci o coltri nevose.
Un drone con tale apparecchiature permetterà di fare una ecografia su larga scala di una massa nevosa ed individuare al suo interno masse o corpi.
Le squadre di soccorso avrebbero un’area di intervento molto più limitata ed una velocità di reazione di assoluta efficacia.
Questo studio è di proprietà dell’Air Force per scopi bellici o di sicurezza ma Matteo ha già avuto autorizzazione per cedere gratuitamente il brevetto alla Protezione Civile Italiana.
Fabiola Minoletti chiede chiarimenti sul Metaverso o realtà virtuale e Matteo ci racconta che tale modo di interagire con una falsa realtà è tecnologia sostituita dalla capacità di entrare in un avatar e vivere una realtà magari distante ma vera.
L’esempio riportato è di progettisti che possono vivere in un ambiente reale come se fossero portatori di handicap e comprendere meglio quali realmente siano i limiti e le barriere.
Walter chiede come si svolge principalmente il suo lavoro e come le idee vengano convogliate ai potenziali utilizzatori.
Matteo si definisce un freelance al servizio di enti governativi o privati che chiedono di progettare, sviluppare o trovare soluzioni a determinati problemi o necessità.
Craig, con spirito divertito, chiede come mai tanti ragazzi finiscono a studiare in università del Texas e Matteo risponde molto candidamente che una borsa di studio gli ha dato una grandissima opportunità e poi le università americane danno la possibilità anche a studenti non laureati di partecipare a progetti di ricerche.
Il meglio del mondo produttivo è nelle università e non ci sono perdite di tempo nell’insegnamento di materie obsolete.
Matteo ci ha aperto un mondo molto interessante che possiamo sicuramente percepire ma raccontato dall’interno è davvero incredibile, fatto di grandi successi e di inimmaginabili flop ma è incontestabile che sugli errori si poggia la nostra attuale tecnologia.
L’applauso dei Soci è il nostro grazie per una serata davvero particolare ed anche divertente per la schiettezza e semplicità del nostro oratore.
 
                                                                                      Pietro Castelli
 
NB: Per quello che non potevano partecipare e per quelli che vorrebbero rivisitare il discorso di Matteo: https://vimeo.com/681079352/7890be5ee9