Juri Senici
Introduce Juri Senici ricordando che End Leukemia Now è nata con il suo Club cinque anni fa per venire incontro alle difficoltà per pazienti con patologie altamente pericolose, sensibilizzati anche da ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo)
 
In questo lasso di tempo con un opera capillare verso altri Club ed Associazioni hanno raccolto oltre 700 nuove adesioni ed alcune di questa hanno già avuto modo e fortuna di diventare donatore. Viene introdotto Giuseppe Saponara che illustra in dettaglio cosa sia e come opera ADMO.
 
Un breve e straziante filmato del padre di un bimbo che vent’anni fa non riuscì a sopravvivere alla leucemia ci porta immediatamente alle creazione di questa Associazione nata dalla consapevolezza che solo attraverso la donazione del midollo osseo si potevano evitare tantissime sofferenze.
 
Infatti, questa terapia interviene solo quando altre terapie di carattere farmacologico non sono state in grado di portare alla guarigione.
Il problema di questa cura sta nel trovare la compatibilità genetica tra donatore e ricevente ed ovviamente più la banca dati è numerosa e più probabilità ci sono nel coronare con successo questa ricerca.
 
 
Nel 2001 ADMO finalmente entra a pieno titolo nel sistema sanitario nazionale e ad oggi può contare oltre 450.000 donatori con circa 4300 trapianti eseguiti con successo.
 
Con 116.000 volontari gli obbiettivi di Admo sono:
  • Aumentare il numero dei potenziali donatori di midollo osseo
  • Aumentare il numero dei volontari sul territorio nazionale
  • Informare e sensibilizzare la popolazione sull’importanza di diventare donatori
  • Sensibilizzare le istituzione sull’importanza della donazione del midollo osseo
Il Rotaract ha scelto ADMO come Service nazionale.
 
Ma Admo vuol dire anche supporto ed assistenza alle famiglie ed ai malati che devono affrontare questa terapia.
Il nostro co-relatore ci racconta la sua esperienza di donatore avvenuta 13 anni fa, ha ricevuto, tramite l’organizzazione ospedaliera che ha l’obbligo di salvaguardare l’anonimato, una lettera del ragazzo a cui è riuscito a salvare la vita e ogni volta che viene letta suscita tali forti emozioni che ripagano pienamente qualunque disagio si possa incontrare nella donazione.
Interviene Camillo Almici, membro del Club Rotary bresciano e medico degli Ospedali Riuniti  di Brescia.
 
Alcune nozioni puramente tecniche per spiegare come funziona il trapianto.
Si parla in generale di midollo osseo ma in effetti il trapianto è di cellule staminali emopoietiche che si trovano ovviamente nel midollo ma anche nelle ossa e nel sangue e dai cordoni ombelicale dei neonati.
 
La compatibilità tra donatore e ricevente passa attraverso una serie di elementi quali il gruppo sanguigno ma soprattutto la compatibilità HLA (Human Leukocyte Antigens)
 
Il trapianto di cellule ha una durata di circa 30 gg in quanto i pazienti riceve un trattamento di azzeramento dei globuli bianchi poi le nuove cellule si annidano nel midollo e inizia il processo di moltiplicazione.
 
Un breve cenno all’inventore del trapianto di cellule l’americano E. Donnall Thomas premio Nobel nel 1990 e grazie a lui questa moderna terapia ha salvato migliaia di persone segnate da un destino crudele.
 
La possibilità di trovare un donatore è 1:100.000 e quindi è facilmente intuibile come maggiore è il numero dei donatori più speranze di sono di salvare individui affetti da leucemia, mieloma, linfomi, SAA, emopatie congenite.
 
Il meccanismo di ricerca per la compatibilità genetica è molto complesso e coinvolge deversi organismi e laboratori e moltissime figure professionali sia a livello nazionale che europeo.
 
Moltissimi donatori arrivano dall’estero e, tanto per citare un dato, nel 2012 l’Italia a corrisposto alla Germania quasi 10 milioni di euro per l’invio di cellule staminali da loro donatori.
 
Per fortuna negli anni la situazione è cambiata ed anche in Italia, con la divulgazione della cultura della donazione ha dato i suoi frutti migliori.
I Rotary club di Brescia hanno istituito una borsa di studio per un medico che presso gli Ospedali Riuniti sia a disposizione di Admo per la tipizzazione dei donatori.
 
Dopo questa bordata di dati tecnici e scientifici che ci hanno fatto comprendere appieno cosa significhi la complessa macchina medica ed ospedaliera, abbiamo avuto modo di ascoltare due testimonianze dirette di un donatore e di un padre e di una famiglia intera il cui giovanissimo figli ha dovuto affrontare momenti davvero drammatici con una felice conclusione.
 
Sono stati momenti di viva commozione raccontati nella loro drammatica realtà quotidiana che ci hanno fatto ancor più comprendere quanto delle associazioni supportate capillarmente da un forte volontariato possano fare davvero miracoli in un campo così complesso e delicato.
 
Un richiesta di approfondimento della nostra Fabiola Minoletti chiude una serata di grandissimo interesse umano e scientifico.
 
Il presidente ringrazia ospiti e soci ricordando loro l’appuntamento assembleare della prossima settimana.
                                                                                      Pietro Castelli