Si riaprono le scuole ed anche i Soci del Milano Castello si sono seduti sui banchi “virtuali” e senza rotelle per ascoltare una “lectio magistralis” tenuta dal nostro amico e Socio Adriano sul tema ROTARY, sue caratteristiche, scopi e visioni.
 
Dopo una breve introduzione del Presidente inizia la Relazione vera e propria. Sia, qui, concesso da parte dello scrivente un plauso al Relatore per la concretezza, la concisione e la chiarezza dell’esposizione.
 
Adriano condensa la definizione di Rotary in tre parametri fondamentali:
 
Amicizia
 
Servizio
 
Eccellenza
L’amicizia è un termine alquanto vago che va da quanto scritto nel Vangelo secondo Giovanni Cap 15 “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” ad una “tiepida” condivisione di alcune idee e comportamenti.
 
La definizione che ne dà Adriano è molto bella e condivisibile: “comunione di sentimenti ed intenti e volontà di stare insieme”. Abbiamo dovuto, purtroppo, constatare che non sempre, nella vita concreta, questa “volontà di stare insieme” si  è verificata.
 
Il servizio viene definito come “espressione dell’attività di ogni Rotariano”. Poiché lo scopo dell’Associazione non è il “dare” bensì il “fare” inizialmente i Club dovevano essere formati da un esponente di ogni professione e mestiere che mettevano a disposizione le loro capacità ed esperienza, appunto, al servizio della Società. Almeno questa doveva essere la “ratio”. Con il passare dei decenni questo scopo si è di molto diluito, anche per la difficoltà di reperire nuovi Soci fino al punto che alcuni Club sono divenuti “monoculturali” (copyright Anderloni) smarrendo, in questo modo, l’iniziale obbiettivo. Va aggiunto, però, che nonostante questa “monoculturalità” molti Club funzionano più che egregiamente bene.
 
E veniamo all’ultimo dei tre parametri base: L’eccellenza. In teoria il termine eccellenza dovrebbe riferirsi all’eccellenza della professionalità; ma non è necessario, sebbene sufficiente, essere il numero uno nell’ambito della propria professione (o arte e mestiere) Occorre più che altro disporre di moralità ed etica professionale per divenire un vero e proprio Ambasciatore rotariano.
 
Dopo circa una mezzora termina la Relazione lasciando ampio spazio alle domande e alle testimonianze che si sono susseguite a ritmo serrato a dimostrazione dell’interesse suscitato nell’assemblea.
 
Da Craig Sause che illustra il sistema di voto, all’interno del Rotary International, basato sul numero di Distretti, a Cesare Parazzi che chiede e si chiede quale sia la gerarchia tra “amicizia e servizio” (prevale la prima sul secondo o viceversa?) a Monsignor Mauro Longhi che ci parla di verità e libertà, a Nicola Buonomo che cita Giovanni XXIII per proseguire con Carlo Sarasso, Guido Motti, Fabiola Minoletti, Luciano Capone, il mio omonimo Massimo Burghignoli, Dario Ivaldi  (nuovissimo “acquisto” del Club), Luca Faotto, Simona Rataggi per finire con Roberto Ferrari, ciascuno portando la propria testimonianza e formulando domande che hanno contribuito a rendere la serata viva e molto interessante.
 
Un grazie al nostro Relatore e a tutti gli intervenuti.