MAURIZIO CATTANEO
Direttore di Netnews
 
Giovedì, 6 febbraio, abbiamo avuto il piacere di avere come ospite Maurizio Cattaneo, Direttore di Netnews ed ex Direttore del Giornale di Brescia e della testata giornalistica Arena.
Si parla di Informazione e con un tema simile la serata non può che essere attrattiva e coinvolgente.
Oggi la carta stampata è in calo, mentre internet è in continua crescita e la televisione, come la radio vivono una nuova primavera.
I giornali si vendono sempre di meno e la loro sopravvivenza dipende sempre di più dalla pubblicità che oggi copre il 70 per cento del loro fatturato. Una tale tendenza indebolisce la libertà dei quotidiani e impedisce un ricambio generazionale dei giornalisti che vedono minacciato il loro codice deontologico.
In una così complessa realtà irrompono l’intelligenza artificiale e le fake news che a poco a poco occupano sempre più ampie fette di mercato sino a divenire un pericolo per la democrazia, orientando il lettore che oltretutto non percepisce la perdita della sua libertà.
Facebook è quotato in borsa più della General Motors e questo vorrà pur dire qualcosa.
Viene a mancare un’informazione di qualità e al suo posto, paludata, si insinua una disinformazione che si sente più forte tanto più aumenta la sua consapevolezza che alla fine “in pochi” andranno a vedere se una notizia è vera.
Inconsapevolmente, stiamo consegnando noi stessi o, meglio, la nostra libertà a qualcuno che non conosciamo e non riusciamo neanche ad immaginare.
Sull’altro fronte la televisione è quasi inguardabile e una moltitudine di programmi investe lo spettatore accompagnandolo verso “il non pensare”.
Oggi abbiamo un’informazione di “pancia”.
Un tempo la notizia era distinta dal commento e riuscivi a capire prima di tutto di cosa si stava parlando, dell’accaduto, a prescindere dalle opinioni, mentre, oggi, ogni notizia è già orientata verso quello che il lettore vuole sentirsi dire.
Il giornale sta diventando un mezzo per dimostrare a chi legge che le sue idee sono di buon senso, sono corrette, e per convincerlo ancora di più che è nel giusto. L’ editore confeziona la notizia per il suo lettore e lui neanche se ne accorge.
Non avvertiamo questo pericolo perché troppe volte dimentichiamo che l’informazione ha un costo e nel nostro immaginario pensiamo addirittura che sia quasi gratuita.
Così non è. I giornali, ora sempre più deboli, non possono che avere alle loro spalle editori e giornalisti deboli che non sono messi nelle condizioni di fare una libera e vera informazione e neppure potrebbero, anche se lo volessero, andare sul campo e vedere che cosa accade veramente, perché una scelta simile avrebbe un costo non sostenibile.
In questo modo il passaggio da informazione a disinformazione è veramente facile, lento ma inesorabile.
Solo l’informazione locale, dove il lettore è a pochi passi dalla notizia e può capire se questa sia  vera o falsa, può ancora essere la testimonianza di una informazione autentica.
Le scuole possono essere, per chi ancora ci crede veramente, un’ottima palestra dove si può educare alla lettura del giornale e dimostrare agli studenti come il medesimo fatto può essere rappresentato in modi diversi e con conclusioni differenti.
Oggi la carta stampata va a configurarsi nel mondo dell’informazione come una boutique – si pensi al corriere che da 600.000 copie è sceso a 90.000, ma una cultura elitaria non può che divenire un pericolo per la democrazia.
È stata una serata appassionate e numerosi sono gli argomenti sui cui siamo chiamati a riflettere.
Ringraziamo Maurizio Cattaneo per il suo importante contributo e ci auguriamo di riaverlo presto tra di noi.