IYFR – INTERNATIONAL YACHTING FELLOWSHIP OF ROTARIANS
COME SI COSTITUISCE UNA FLOTTA
Prof. Luigi Norsa

Eppure Craig … a cui va la mia gratitudine per quanto fatto per me e per il Club nel corso di quest’anno, avendo svolto, praticamente, diverse funzioni a carico di Segretario e Prefetto (non me ne vogliano Gabriele e Federico), seppur nel “nuovo” ruolo di Zoom HOST, partecipando a tutte le riunioni e regalandomi, oltre al suo tempo, anche momenti di innocente ilarità, allorquando si è cimentato in “impossibili” collegamenti da remoto … si era raccomandato con me … fai gli auguri a Massimo Borioli (21 maggio) e Dario Schlesinger (23 maggio) … ma io “venivo” da una di quelle giornate in cui non vedi l’ora che finiscano ed ero distratto dagli amici ritrovati dopo tanto tempo dell’IYFR.

Quindi, ancorché dopo il saluto alle bandiere di giovedì 20 maggio io me ne sia dimenticato, chiedo ora venia e saluto con i più sinceri auspici i nostri festeggiati Massimo e Dario.

Alcune “comunicazioni di servizio” aprono la serata, sono quelle relative agli appuntamenti di lunedì 24 maggio, riunione di Consiglio Direttivo, sul tema della “ipotizzabile” ripresa delle conviviali in presenza, come stanno facendo alcuni (pochi) Club, al service del Castello Sforzesco, in vista della riunione del 25 maggio, differita al 10 giugno, con il suo Direttore/Soprintendente Dott. Claudio Salsi, alla riunione sempre del 10 giugno in cui avremo Relatore il Generale dell’Arma dei Carabinieri e nostro Socio onorario Riccardo Sciuto, che ci intratterrà sulle attività dei R.I.S. (Reparti d’Investigazione Scientifica) e al passaggio di consegne, in cui restituirò il “collare” che ho tenuto appeso nel mio studio a chi, prima di me, ebbe nell’anno 2006-2007 l’onore di indossarlo, il nostro Incoming Pietro Castelli … a parte che mi mancherà la sua presenza … quel misto di emozione di ruolo e senso di appartenenza fisica nel ritrovarlo nella mia stanza di studio, al rientro dalle udienze, sono comunque contento perché lo affido a un grande uomo e a un grande amico.

E parlando di grandi amicizie passo quindi a presentare il nostro Oratore, il Prof. Luigi Norsa, fondatore della Luigi Norsa & Associati nel 1999, laurea in chimica e diversi decenni di esperienza nel marketing e nella comunicazione all’interno di imprese internazionali, dapprima in aziende multinazionali nel settore chimico, farmaceutico e informatico e poi come dirigente di società di consulenza di direzione in strategie di comunicazione e public affairs, quali Burson-Marsteller, Hill & Knowlton e Edelman; la sua società ha assistito importanti aziende internazionali su complesse problematiche, da issue ambientali, legislative o legate alla salute, a delicate operazioni di ristrutturazione, alla gestione di situazioni di gravi crisi in campo alimentare, chimico, cosmetico, farmaceutico, finanziario, dei trasporti.

Oltre alle attività professionali Luigi Norsa è anche Professore di Issue e Crisis Communication presso l’Università IULM di Milano ed è autore di svariati testi e pubblicazioni.

Ma questa sera non ho invitato Luigi per parlare del suo lavoro, bensì per raccontare il nostro comune amore per il mare, che poi si traduce in amore per il nostro pianeta.

La Terra è infatti l’unico pianeta del sistema solare che è costituito per il 71% di acqua allo stato liquido, quindi amare il mare vuol dire amare il pianeta e le vite che esso ospite, le quali non potrebbero esistere, quanto meno nei termini di progresso e sviluppo che conosciamo, senza la presenza in questa percentuale di tale elemento.

Ed è in primis questa coscienza e detto sentimento che, in quanto rotariani, ci ha avvicinati alla più grande fellowship del Rotary International, parlo di me e degli amici mariners (così si chiamano gli appartenenti alla fellowship) Luigi Norsa, Michele Darò, Marco Dellasette e Sergio Murri, ospiti della serata, ma anche dei nostri Soci che hanno avuto trascorsi nell’IYFR, come Massimo Borioli, Adriano Anderloni e Cesare Parazzi, ma anche di chi ama profondamente il mare come Dario Schlesinger e Guido Motti, tanto da immergersi nelle sue profondità muniti di bombole.

Diciamo in ogni caso che tutti, chi più chi meno e a prescindere dal tempo dedicato alla pratica, amano il mare e sarebbe strano il contrario … e allora perché non unirsi in questa avventura della creazione di una nuova “flotta”, termine utilizzato nell’IYFR per indicare ciò che nel Rotary è indicato come Club, vale a dire un gruppo di amici che condividono passione, piacere e divertimento marinaresco.

Sarebbe la decima flotta in Italia (WWW.IYFR.IT), dove attualmente ve ne sono appunto nove:

1. Flotta dei Laghi Settentrionali

2. Flotta Alto Adriatico

3. Flotta Adriatico Centrale

4. Flotta Sud Est

5. Flotta Sicilia e Malta

6. Flotta Salerno

7. Flotta SW Napoli

8. Flotta Roma

9. Flotta Italia Nordovest

A parte il vocabolario, ad esempio nell’IYFR non c’è il Consiglio Direttivo ma il “Comitato degli Ufficiali della Flotta”, in gergo anche “Ponte di Comando”, mentre il Presidente si chiama Ufficiale di Flotta o Commodoro (per comodità in calce al bollettino trovate un Regolamento tipo di Flotta), i principi ispiratori della fellowship sono identici a quelli del Rotary International, a cui ogni mariner deve prestare infatti osservanza, salva appunto la ulteriore e particolare finalità:

sviluppare la conoscenza fra coloro che uniscono gli ideali del Rotary con la passione e la pratica

della nautica, promuovere lo yachting, la navigazione in generale e gli sport nautici,

 favorire avvenimenti sociali e culturali legati alla nautica, agli sport acquatici, al mare ed alle acque dolci, promuovere un comportamento sportivo, signorile e osservante delle regole nautiche e del rispetto reciproco in mare

Personalmente ho sempre vissuto la fellowship come un momento ludico culturale più da gourmet
(nella foto io e Marco Dellasette ci sfidiamo ai fornelli dell’Hotel Le Palme di Varazze)

anche se di regate ne ho vissute veramente molte, anche al di fuori dell’IYFR.

Luigi, in ogni caso, ci racconta un IYFR diverso, più serio di quello che ho voluto vivere io spensieratamente, quello che nasce nel 1947 in Gran Bretagna e che per mia comodità vi invito a voler scoprire leggendo le informazioni e notizie che trovate su WWW.IYFR.NET.

Quando si “viaggia” in mare, ma anche passeggiando lungo le banchine dei porti, è facile scoprire se ci troviamo di fronte a dei rotariani dell’IYFR, perché sulle loro barche sventola la bandiera della fellowship che trovate infra nella foto

 

Questo vale non solo se ci troviamo a navigare nelle acque nazionali ma come ha voluto sottolineare Luigi anche se ci troviamo all’estero, perché la fellowship dell’IYFR dimostra tutta la sua grandezza proprio nella facilità di promuovere e agevolare i rapporti tra appartenenti a diverse nazioni.

E un poco quello che accade a noi rotariani quando ci troviamo all’estero e abbiamo una serata libera, in cui possiamo “farci invitare” in un Club di quella città e quindi ritrovare lo stesso calore che siamo abituati a trovare nel nostro Club, anzi a volte troviamo un calore e un’attenzione ancora maggiore, data dalla novità e da una serie di variabili umane che non vi è bisogno vi illustri.

L’IYFR seria e impegnata che ci racconta Luigi è quella di questa umanità e delle correlate iniziative umanitarie che accompagnano l’esperienza nella fellowship, in ultimo questo ambizioso progetto di spingere la massima dirigenza del Rotary International, non solo il Governatore Internazionale pro tempore, a trasformare l’iniziativa volta a liberare il pianeta dalla plastica l’obiettivo principale del RI dopo quello della lotta alla poliomielite.

Michele Darò interviene per ricordare che l’iniziativa prese forma all’interno dell’IYFR, diversi anni fa, non ricordo ormai neppure l’anno, proprio dal sottoscritto e mi fa onestamente piacere che oggi tutte le Flotte abbiano fatto quadrato e trovato un denominatore comune che le unisce ancora di più.

Certo le iniziative al riguardo sono molte e diverse tra loro, ritrovando i mariners impegnati nella didattica scolastica, nella raccolta dei materiali, sia in mare che sui litorali, nelle più disparate riunioni e conferenze divulgative o nelle attività di recupero e utilizzo dei materiali che, da semplici rifiuti, divengono addirittura opere d’arte … quando non impiegati nell’edilizia.

Naturalmente le attività di cui si occupa l’IYFR, come ci illustra Luigi, sono molte e diverse, caratterizzate, come quelle dei Club del Rotary, in service, come quello denominato “barracuda” 

i cui dettagli trovate, insieme a molti altri service e iniziative, nel sito italiano dell’IYFR.

La bellezza dei service della fellowship è che oltre a ritrovarsi con gli amici ci si ritrova anche in riva al mare o nel mare, in località a volte sconosciute quanto affascinanti, soprattutto all’estero.

I rotariani della fellowship del mare si sono sempre contraddistinti per originalità e goliardia, sapendo affrontare temi come quello della plastica, un pensiero che riuscirebbe a rovinare la migliore delle giornate, con spirito e fantasia, come attestano diversi esempi tra i quali mi limito a segnalare quello del pesce raccogli plastica che seppur in modo scherzoso rappresenta perfettamente il problema di ciò che si ritrova nei mari e quindi nel nostro stomaco, perché le microplastiche ingerite dai pesci poi finiscono nei nostri piatti.

Vi evito le foto, che facilmente potrete comunque trovare su internet, di animali, soprattutto uccelli acquatici, morti a motivo delle plastiche, peraltro in modo orribile, ovvero ingerendo tappi di plastica o piccoli oggetti altrettanto invitanti quanto non degradabili che, accumulati via via all’interno del loro stomaco, non hanno lasciato più spazio al cibo, quindi condotto l’animale ad una morte per fame.

Dobbiamo salvare questo pianeta … non possiamo più voltarci dall’altra parte … lo ha detto anche recentemente una tra le menti più acute del nostro Club … quella di Luigi Capone.

So perfettamente che non è semplice, a volte addirittura impossibile, come quando ci ritroviamo a combattere con il nostro stesso quotidiano, ma non dobbiamo mai dimenticarci che non siamo soli, che facciamo parte della grande famiglia del Rotary e che troveremo sempre in essa ciò che ci manca.

Non importano naturalmente le diversità, di pensiero o di azione, esse fanno parte della vita e sono sicuro che i rotariani superano qualsiasi di esse, a volte anche con modalità che possono risultare confliggenti con i principi del Rotary International, come quando avviene una scissione di Club, quindi l’apparente, quanto meno, scioglimento di amicizie.

Anche in questi casi, sono sicuro, l’obiettivo principale del rotariano rimane lo stesso, ovvero fare del bene al nostro prossimo, contribuire a migliorare noi stessi e la nostra collettività.

Concludo con lo stesso auspicio di fine serata, ovvero che diversi del nostro Club entrino a far parte della nuova flotta e quindi dell’IYFR e con il saluto dei mariners, che non è buon rotary ma

buon vento

Marco Loro