Cesare Parazzi
L’idea di scrivere ricette di cucina ha origini antichissime.
Le prime testimonianze si ritrovano in Mesopotamia 1700 anni prima di Cristo e proseguono con gli antichi egizi, greci, romani fino ai giorni nostri.
Le ricette fino alla metà dell’Ottocento descrivevano piatti già noti e collaudati preparati per commensali nobili o cittadini facoltosi perciò mancano le descrizioni del cibo quotidiano e le preparazioni semplici “de l’ove fritte, arrostite e sbattute è si noto che non bisogna dire d’esse”.
Volutamente vaghe e imprecise. perché i ricettari antichi erano delle raccolte di appunti a uso e consumo di chi già cucinava.
Non ci sono gli elenchi degli ingredienti e soprattutto non ci sono le quantità.
 
Bisogna arrivare a fine Ottocento per trovare ricette rivolte alla gente comune e, con il libro dell’Artusi La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, l’inserimento sistematico degli ingredienti e delle loro misure.
I cuochi di oggi non si limitano a descrivere le esperienze culinarie meglio riuscite o più popolari, ma sonno loro stessi degli sperimentatori che ricercano gli abbinamenti più originali e le tecniche di preparazioni più innovative. (Cucina molecolare – criogenica – basse temperature etc.)
Sono ricche di fotografie e si pone grande attenzione alla presentazione dei piatti - Ricette come arte.
 
Se ci chiediamo come utilizzare le ricette che vogliamo realizzare possiamo dividere il mondo cucinante in due categorie:
Il pedante che ritiene che la ricetta sia un copione da seguire alla lettera, e non ammette variazioni. Per lui ricetta è immutabile. La ricetta deve contenere in modo dettagliato tutti gli elementi per realizzarla.
A questa categoria appartengono le ricette tipiche regionali depositate alle Camere di Commercio di varie città.
Il Jazzista (La musica dello spartito è una traccia sulla quale improvvisa) padroneggia una serie di tecniche generali tenderà a metterci del proprio, a utilizzare i suoi trucchi e ad assecondare i suoi gusti nell’eseguire un piatto. Per loro la cucina è fatta soprattutto di libertà, di differenze, di varianti. Questo approccio, assai suggestivo, è fatto per esperti e richiede di fare molte prove prima di trovare l’equilibrio giusto. Io appartengo a questa categoria.
 
La passione per la buona cucina mi deriva dal fatto di essere goloso e di trovare un gran piacere nel condividere i piatti che realizzo con parenti ed amici. Per realizzare questa passione mi servono le ricette sia per avere una guida nella realizzazione dei piatti che come fonte di ispirazione per provare nuovi gusti e nuovi sapori.
Ma come districarsi tra le migliaia di input che mi arrivano da libri, riviste, programmi televisivi, etc.?
Perciò ho sentito la necessità di redigere un mio ricettario dove ho trascritto e classificato le ricette che più mi ispiravano e le ho adattate alle mie esigenze.
Ho precisato la descrizione degli ingredienti spesso riportati in modo generico e impreciso. Non basta dire “prendere una cipolla”. Grande, piccola, dorata, bianca, rossa?
Ho eliminato i tempi di esecuzione che generalmente prevedono solo i tempi di preparazione e di cottura. Per me i tempi partono da quelli della spesa e finiscono con la pulizia della cucina. È diverso usare una padella o 3 padelle quando poi si devono lavarle.
Infine, vado a personalizzare la ricetta secondo i miei gusti e aggiungere commenti.
 
Detto questo non vi propongo nessuna ricetta perché ognuno deve adattarle al proprio gusto e alle proprie esigenze ma vi lascio due idee che potete facilmente realizzare.
 
Su carta da forno stendere strisce di pasta sbollentata di due colori
Trasferire l’intreccio nella teglia e riempirlo con le lasagne
Ecco l’aspetto quando è sfornato
 
Rivestire un contenitore con carta da forno imburrata su cui attaccare i maccheroni
Con spinaci tritati foderare i maccheroni poi riempire il contenitore con altra pasta condita a piacere
Ecco la “Murrina” sfornata e pronta da gustare
 
A tutti un caro “Buon appetito”