MARIA LUIGIA MOTTES    DOTT. GIACOMO CLERICI
 
In questa diciannovesima conviviale come ospiti non ci sono solo dei relatori, ma dei testimoni di “Speranza”. Persone che credono in un mondo migliore, che sentono la loro missione, che dedicano il loro tempo, la loro attenzione e il loro ottimismo a chi, proprio perché malato, è più facile che viva nello sconforto, nella rassegnazione e nell’angoscia.
Abbiamo l’onore di avere tra di noi e di poter ascoltare la sig.ra Maria Luigia Mottes, presidente ADPMI (associazione dei diabetici della provincia di Milano https://adpmi.org/) e il dott. Giacomo Clerici, specialista del Piede Diabetico, una complicanza ancora troppo poco conosciuta.
La sig.ra Mottes è anche una persona con il diabete, come ci ricorderà in seguito nella sua esposizione il dott. Clerici, che non ama classificare i suoi pazienti tout court come “i diabetici”.
Il diabete è una malattia e come tutte le malattie ti fa sprofondare nella solitudine.
Sei libero di odiarla quanto vuoi, ma alla fine ci devi convivere, non la puoi ignorare e la devi curare.
Il diabete non perdona, è una malattia subdola che non provoca dolore e, per questo, spesso viene sottovalutata. Se non fai un esame della glicemia, non si fa sentire sino a quando si manifestano segnali che già ti dicono dello suo stato avanzato.
Solo il 4 per cento è affetto da diabete di tipo 1, una malattia immunomediata che compare in età giovanile, mentre il restante 96 per cento è interessato da diabete di tipo 2, dovuto per lo più da sovrappeso, obesità, sedentarietà e dieta scorretta.
Il diabete è candidato a essere la peggiore emergenza sanitaria del prossimo futuro.
Oggi, mezzo miliardo di persone nel mondo non riescono a tenere sotto controllo il glucosio nel sangue e nei prossimi 30 anni il fenomeno aumenterà sfiorando il miliardo e trecento milioni.
Il diabete è quindi simile ad una epidemia e solo in Lombardia contiamo 570.000 casi di cui il 10% con il piede diabetico.
Il dott. Clerici ci risparmia immagini che potrebbero urtare la sensibilità dei presenti ma le sue parole sono sufficienti per comprendere la pericolosità del piede diabetico.  Chi ne è affetto può tranquillamente camminare sulla sabbia rovente senza percepire alcun fastidio.
Le alterazioni anatomo-funzionali di piede e caviglia generate dal piede diabetico causano ogni anno nel mondo un 1 milione di amputazioni.
Una persona diabetica ha infatti un rischio relativo di amputazione d’arto 40 volte superiore ad una non diabetica.
Una diagnosi tempestiva e un trattamento precoce sono di fondamentale importanza.
Per dare un’idea, l’infarto che viene al cuore non è poi così tanto diverso dal piede diabetico che ha un tasso di mortalità più alto di un tumore alla prostata o di altri tumori.
In Italia il diabete è ben curato e possiamo dire con soddisfazione che il lavoro multidisciplinare ha permesso di ottenere un tasso di amputazione che è tra i più bassi nel mondo.
Oggi, per curare il diabete non si ricorre più a diete snervanti ma si punta invece sull’ educazione alimentare. La sinergia tra diabetologo e nutrizionista diventa essenziale.
Alla fine, scopri che puoi mangiare tranquillamente come tutti gli altri, lo devi fare solo con attenzione.  La vera cura è “togliere l’eccesso e non rinunciare a tutto”.
La prevenzione è la soluzione più efficace e non è mai un qualcosa di straordinario.
I rimedi da seguire per stare in salute sono sempre quelli: non fumare, ridurre il consumo di bevande zuccherate, moderare il consumo di alcolici, mantenersi entro il giusto limite di peso, avere dieta bilanciata e varia, prediligendo gli alimenti ricchi di fibre, preferire pane, pasta e riso integrali. La nostra classica dieta mediterranea è già un’arma vincente.
In questa serata, che avrebbe meritato una presenza più importante, abbiamo incontrato persone straordinarie che, al di là delle nozioni scientifiche, facilmente recuperabili dal sommo maestro che è ora Google, ci hanno mostrato la loro incisiva umanità, il loro coraggio, la loro voglia di fare per raggiungere senza sfiduciarsi risultati ambiziosi, consapevoli che il loro è un percorso che ha avuto un inizio ma che non conoscerà mai una fine.
Ringraziamo la sig.ra Mottes, una persona con il diabete, che non si è arresa ma ha raccolto la sfida e ringraziamo il dott. Clerici che ha voluto essere comunque tra di noi, nonostante la partenza imminente per una lunga trasferta oltreoceano che lo vedrà impegnato nel diffondere gli ultimi traguardi della medicina contro questa insidiosa malattia.