Offrire un servizio al nostro prossimo rappresenta l’obiettivo primario del Rotary International, a prescindere dalle forme, livelli di qualità e contesti sociali in cui si opera, nonché la ragione principale per cui si dovrebbe richiedere di farne parte.
Sotto diverso profilo, però, è anche qualcosa che arricchisce più chi lo svolge rispetto agli stessi beneficiari e questa considerazione non è solo frutto della mia personale esperienza o di quella di altri soci o amici rotariani, ma un’affermazione che si ritrova in una copiosa e datata letteratura scritta da “penne illustri” e da coloro che si sono distinti per aver dedicato gran parte della propria esistenza al volontariato.
 
Quello di sabato non è stato un service come i precedenti, non ci si è potuti salutare con un abbraccio o una stretta di mano, si è stati costretti a mantenere le distanze e a portare le mascherine e, anche se a livelli psicologici diversi a seconda del carattere, si è lavorato in presenza di uno spettatore ingombrante quanto indesiderato ... il virus.
 
Eppure, anche se in questo nuovo e diverso contesto, rispetto ai precedenti, il risultato non è cambiato ... la gioia di ritrovarsi a lavorare fianco a fianco con gli amici del Rotary e del Rotaract è stata la stessa.
 
La presenza del nostro partner Rotaract, in relazione alla quale vi allego il prospetto partecipanti, è fondamentale per lo svolgimento del service e il mio ringraziamento e la mia considerazione vanno prima di tutto a loro, a questa bella gioventù che mi rincuora e allieta i pensieri sul futuro.
Tutti i giovani si sono distinti per impegno e partecipazione ma a parte il Presidente del nostro Rotaract, Stefano Didoni, cui va il mio duplice grazie, personale e rappresentativo di Club, vorrei dedicare qualche parola a tre rotaractiani in particolare, a titolo personalissimo.
 
In primis a colui che non c’era e di cui ho sentito la mancanza, il nostro Segretario Gabriele Bresciani, impegnato in un corso di preparazione all’Esame di Avvocato ... buono studio Gabri.
In secundis al nostro Prefetto, Federico Sagramoso, che ho apprezzato per l’aver fatto mirabilmente squadra con i nostri soci, Simona Rataggi e Roberto Ferrari, un’attività svolta fianco a fianco degli stessi per tutto il tempo del service ... un Team di PR con i rappresentanti del Comune e i giornalisti che sono venuti a visitarci nonché perfetti gestori degli oneri di natura amministrativa e di registrazione di tutti i partecipanti.
Alexander Sause
In terzis a colui che si è distinto per l’altezza della sua opera, oltre che per la serietà e l’impegno, Alexander Sause, figlio del nostro socio Craig Sause, il quale da solo ed arrampicato su di una scala metallica ha dipinto tutte le parti interne delle finestre di Via Laghetto lato ovest.
 
In generale mi ha commosso vedere i nostri banchetti assiepati e accerchiati da tute bianche, in trepida attesa di ricevere istruzioni e materiali, così come mi ha inorgoglito vedere sventolare le nostre bandiere in via Laghetto, anche se l’emozione più grande è stata quella della vista della bandiera del Rotary Club Milano Castello che è sopraggiunta a bordo di un taxi, il nostro socio Nicola Bonuomo, accompagnato dalla moglie Luciana.
Non analoga ma comunque fonte anch’essa di piacere e gratitudine, è stata la vista della bandiera del Rotary Club Arco della Pace che ha sventolato per tutto il service a fianco delle nostre.
 
Il Presidente del RC Arco della Pace, l’amico e Collega Andrea Paoletti, era impegnato, così come il nostro Formatore di Club Adriano Anderloni, con il Seminario del Distretto 2041 sui Progetti, nel quale ha illustrato quello sulle carceri che il nostro Adriano ha commentato “interessante”.
        Marco Arisi Rota                    Mauro Madia                
A rappresentare il RC Arco della Pace sono stati quindi i suoi due simpatici Soci Mauro Madia e Marco Arisi Rota, che indossate le tute bianche, i soprascarpe e i guanti in lattice hanno, da un lato, contribuito materialmente nelle attività di pitturazione delle facciate della Ca’ di Tencitt, l’antica sede dei carbonai oggetto di riqualificazione e, da un altro lato, concorso alla direzione dei lavori, in particolare quelli con pertica e rullo assegnati al sottoscritto.
 
E veniamo alla regina indiscussa del service, alla nostra socia Fabiola Minoletti, una forza della natura, sorridente quanto instancabile, un propulsore di attività ed entusiasmo.
 
A vederla movimentare i materiali ... sembrano tutti leggeri, a vederla organizzare le diverse fasi del cleaning ... sembra tutto estremamente semplice e a vederla impartire istruzioni ai volontari ... sembra che non vi possano essere difficoltà di attenzione o comprensione.
 
Nella realtà la gestione del cleaning risulta estremamente complessa e non solo, come in questo caso, quando ci si debba confrontare anche con gli Uffici della Soprintendenza alle Belle Arti.
 
Si tratta di un service in cui le attività che si svolgono nel corso del cleaning day sono paragonabili ad una punta di un iceberg, tante sono quelle che vengono svolte per la preparazione di quel giorno, quelle necessarie affinché in quel giorno si possa fare “pulizia”.
 
Nello svolgimento di queste attività Fabiola può contare sull’aiuto di diversi amici ma tra questi io voglio accendere i riflettori su due in particolare, quelli che, tra le altre attività, hanno dimostrato nel corso del cleaning di essere professionisti nell’utilizzo di rulli e pertiche.
Fabiola Minoletti
 
Grazie a Italo Corazza e Denis Falcetto Motto, quindi, che pur non essendo rotariani hanno dato dimostrazione di perseguire gli stessi obiettivi di servizio in favore del prossimo, che hanno dato prova di possedere identici valori di rispetto verso il bene comune.
 
Un grande grazie, in ultimo ma non per ultimo, al nostro socio e Past President Guido Motti, che insieme al socio Craig Sause e a Luigi Capone, che auspico futuro socio, hanno svolto un’attività di servizio d’ordine, di rappresentanza e consultiva, oltre che testimoniato la loro amicizia.
 
Si è trattato di un cleaning che ha perseguito i soliti obiettivi, di fisica eliminazione di scritte vandaliche e brutture dalle facciate delle case milanesi, di promozione del bello, di esempio e speranza che i pensieri e quindi i comportamenti delle persone possano cambiare, di sensibilizzazione e stimolo ad un esame di coscienza, etc...
 
Tutto questo ma non solo ... è stato un cleaning che ha rivestito un ruolo anche culturale, di recupero della storia della nostra città, una storia di ragazzi che non ancora maggiorenni svolgevano lavori pesantissimi ... quelli dei carbonai ... piccoli uomini sempre ricoperti di fuliggine ... da qui il soprannome di tencitt (tenc in milanese significa scuro, bruno) ... una fuliggine che da un lato ha reso gravosa la loro vita ma che da un altro lato ha salvaguardato quella stessa vita.
Sì. perché proprio grazie al fatto che la loro pelle era ricoperta di fuliggine, nel periodo dal 1629 al 1631, quando la popolazione di Milano venne decimata e passò da circa 180.000 abitanti a circa 50.000 abitanti a causa della peste, loro, i carbonai, si salvarono, perché la fuliggine non “piaceva” alle pulci, che erano il maggior veicolo di contagio.
In segno di gratitudine, all’epoca spirituale e non scientifica, sull’antica sede dei carbonai venne dipinto in quel periodo, attorno al 1630, un affresco dedicato alla Madonna, la Madonna dei Tencitt appunto, un affresco ai piedi del quale tutti i partecipanti al cleaning si sono raccolti per un momento di riflessione, chiamati dal Vicario del Vescovo di Milano, Monsignor Carlo Azzimonti.
 
Presente anche l’Assessore del Comune di Milano, Lorenzo Lipparini e il Presidente del Direttivo di Coordinamento dei Comitati di Quartiere, Salvatore Crapanzano, i volontari hanno quindi partecipato anche a questo momento spirituale e di raccoglimento, celebrando e rivolgendo una preghiera alla Madonna dei Tencitt, in connaturale parallelismo storico e sanitario con gli anni dal 1629 al 1631, anche per tutti coloro che nel 2020 sono stati vittima del covid-19.
 
Personalmente il cleaning si è concluso nel migliore dei modi, terminata la celebrazione e il saluto alla Madonna dei Tencitt, ovvero seduto ad un tavolo all’aperto in un locale nelle vicinanze, assaporando l’amicizia e sorseggiando un aperitivo insieme a Guido Motti, Fabiola Minoletti, Italo Corazza e Denis Falcetto Motto.
Marco Loro