Una conviviale partecipata e allietata dal ritorno della più che Rotariana Lucia Arrigoni, spillata e commossa dal benvenuto e dagli applausi della “platea”, oltre che lusingata e sensibilmente compiaciuta dall’enorme mazzo di fiori consegnatole dal Past President Massimo Burghignoli.
 
Una serata rallegrata anche dalla presenza del nostro Inner Wheel, oltre che da un folto gruppo di Rotaractiani.
 
L’argomento non è dei più confortanti, ma i due relatori si distinguono per capacità oratorie e per l’abilità di convincere, rectius tranquillizzare i presenti che il nostro futuro ha tutti i presupposti per essere migliore del presente e che il nostro presente e di gran lunga migliore di quanto è stato il nostro passato.
 
Sembrerebbe una considerazione banale, quella secondo cui il tempo scandisce inesorabilmente il progresso scientifico e sanitario, ma in realtà è proprio dall’introduzione storica del Past President Massimo Burghignoli che è dato constatare che, in realtà, non si tratta meramente dello scorrere del tempo, bensì di casualità e intuizioni di singoli individui, allo stesso modo che, proseguendo, il Dott. Stefano Novati sottolinea l’importanza degli studi che sono seguiti a quelle stesse intuizioni, così gettate le fondamenta di un approccio scientifico che rappresenta garanzia del presente e fiducia nel futuro.
Non ha certo velleità lo scrivente di ripercorrere tutte le tappe o di riassumere tutti gli argomenti che i due relatori hanno trattato, rimandando il lettore alle diapositive che sono state sia dall’uno che dall’altro proiettate e quindi messe a disposizione del Club, bensì semmai di fornire qualche “assaggio”.
 
Il Past President Massimo Burghignoli, dando ingresso al tema della serata, ha iniziato con una mini bibliografia di Ignaz Semmelweis, a cui in diversi Paesi del Mondo, da Budapest a Tokyo, sono dedicati monumenti e financo francobolli, ancorché in vita venne boicottato e rimase per i più un incompreso.
 
 
Medico ungherese della metà del 1800, svolse i suoi studi presso l'università di Peste di Vienna, sulle trasmissioni batteriche da contatto ma in particolare sulla prevenzione della febbre puerperale ed i suoi contributi risultarono così importanti da essere ricordato ai nostri giorni come il ”salvatore delle madri”.
 
Il nome di Semmelweis è collegato anche con quello di Mary Shelley, l’autrice diciannovenne del romanzo di Frankenstein, che il relatore ci spiega essere accomunati dalla morte della madre di quest’ultima, appena dieci giorni dopo la sua nascita, proprio a causa di un’infezione e relativa febbre puerperale.
 
L’Avv. Massimo Burghignoli ci intrattiene e ci rapisce con leggerezza, nonostante la gravità degli argomenti, attraverso intrecci e aneddoti sulla vita di molti altri personaggi che hanno caratterizzato la storia e l’evoluzione di queste pratiche sanitarie, che inaspettatamente rivelano una mortalità maggiore ai danni delle persone più abbienti anziché, come sarebbe stato dato pensare, tra quelle meno abbienti, che venivano assistite in sede di parto da medici e non da levatrici.
 
Il mistero è presto svelato, mentre i medici, prima degli interventi, si davano una “rinfrescata professionale” nella sala anatomica, ciò non era per le levatrici.
 
Il contagio iniziava da quel preventivo contatto con i cadaveri, che il relatore tratta in modo assolutamente asettico, a tutela degli astanti, richiamando nel prosieguo della sua relazione molte altre situazioni e personaggi, di cui per necessità di sintesi lo scrivente cita solo i più rilevanti, per non dire quelli che si ricorda.
 
Anzitutto colei che diede inizio alla rivoluzione sanitaria del 1854, Florence Nightingale, un’infermiera britannica che impose di arieggiare le corsie del “proprio” ospedale di Scutari, in Turchia, nonché di pulire abiti e lenzuola dei degenti, oltre che di migliorare il loro cibo.
 
Lo stesso Louis Pasteur giunge ai propri convincimenti e scoperte dopo questa intuizione, come anche arrivano successivamente le tecniche di lavaggio delle mani con il cloruro di calce, lungo le corsie degli ospedali da parte del personale sanitario.
 
Proprio il lavaggio delle mani, che dopo qualche anno venne riconosciuto d’importanza fondamentale nella prevenzione dei contagi e delle infezioni, fu ciò che costò a Semmelweis l’allontanamento dalla struttura ospedaliera da parte del suo superiore, gettandolo nella depressione, poi nella pazzia e quindi portandolo alla morte ... tutto per aver disposto il lavaggio delle mani senza autorizzazione ... per aver gettato le basi della prevenzione.
 
L’Avv. Massimo Burghignoli ci parla di Jakob Kolleshka, di Joseph Skoda e di altri ancora, sino ad arrivare alle cronache odierne che rivelano essere le infezioni ospedaliere due volte più mortali degli incidenti stradali, chiudendo e chiosando in modo giuridico, come è nella natura del giurista, sull’individuazione, interpretazione e applicazione delle norme civilistiche che il nostro Legislatore ha introdotto a tutela di noi poveri malati.
 
Una relazione interessante, illustrata con garbo e sapienza.
 
Non era cosa facile, dopo questo inizio storico ricco di aneddoti, trattare un argomento comunque tragico sotto il profilo umano e scientifico, ma il Dott. Stefano Novati non si è scoraggiato e non è stato da meno, nell’evitare che i dati statistici e i concetti scientifici ... scusate il paragone ... ammorbassero i presenti.
Anche il Dott. Stefano Novati ha fatto appello alla nostra normativa di riferimento, partendo da una circolare del 1985, la n. 52, richiamando i concetti e le nozioni di infezione e colonizzazione ivi contenute.
 
La scriminante è la reazione avversa del nostro organismo, ma perdonatemi se rimando necessariamente alle slides per chi volesse un’interpretazione autentica o un approfondimento.
 
Ciò che circoscrive il concetto di infezione ospedaliera, ad ogni modo, non sono le pareti dell’ospedale o della struttura sanitaria in cui la stessa viene rilevata, potendo essa essere presente nel soggetto prima dell’ingresso in tali strutture così come emergere poco o anche molto tempo dopo che il soggetto ha lasciato le stesse pensando di essere stato guarito dalle diverse patologie che lì lo aveva condotto.
 
Anche questa attestazione, che può sembrare banale, in verità è frutto di studi condotti in diverse parti del mondo, soprattutto in America, studi di cui il Dott. Stefano Novati riporta i dati bibliografici e in alcuni casi anche i riferimenti internet come nel caso del seguente link www.cdc.gov/hicpac/index.html.
 
Le percentuali d’incidenza dei fattori patogeni e di frequenza dei casi d’infezione nosocomiali sono rilevanti, certamente maggiori di quanto fosse dato credere a diversi partecipanti, compreso il sottoscritto.
 
Per quanto concerne le localizzazioni, invece, evito di rappresentarle in modo narrativo e rimando alla diapositiva che segue
 
Uno studio riportato dal Dott. Stefano Novati, riferito all’anno 2000, riporta l’esistenza di infezioni nosocomiali in Italia e a carico dei ricoverati nell’ordine del 5%-8% di essi, circa 400.000 – 700.000 infezioni, ma il dato che più sconcerta è che circa il 30% di esse avrebbe potuto essere evitato con il semplice rispetto di alcune regole meramente igieniche.
 
È un problema di sorveglianza, tiene a ribadire il Relatore, non di mancanza di protocolli o di conoscenza scientifica circa i concreti rischi di contagio del malato.
 
Il Dott. Novati riporta moltissimi dati e schemi d’incidenza patologica, economica e sociale, oltre che indicazioni generali per la prevenzione da parte del personale sanitario ma anche del singolo malato.
 
Viene smitizzato l’accreditamento che al riguardo viene vantato da molti centri ospedalieri, ma non è compito e soprattutto non è nel ruolo dello scrivente, che in quanto legale a volte di quell’accreditamento si è avvalso, entrare nei particolari.
 
Per illustrare il concetto di sorveglianza il Dott. Novati richiama le parole di Pottinger JM, risalente alla fine del XIX secolo, ma amplia l’argomento con una sequenza di dati normativi sino ad arrivare ai giorni nostri.
 
Si tratta di una relazione complessa ma che ciò nonostante, oltre ai dati statistici e scientifici, fornisce ad ognuno dei presenti anche degli strumenti utilizzabili nel quotidiano, con semplicità anche, un bagaglio culturale che consente di comprendere i rischi e quindi anche di approntare quelle difese che concretamente sono nella disponibilità di ognuno di noi.
Una relazione che ha animato la sala e stimolato numerose domande, in primis quella del Past President Massimo Borioli sul rispetto delle linee guida ospedaliere, seguita da quella del nostro Presidente Guido Motti sulla differenza dei rimborsi nei casi di responsabilità ospedaliera tra l’Italia e gli USA, oltre che sull’eventuale incidenza delle visite dei parenti rispetto alle infezioni nosocomiali.
 
Il Past President Cesare Parazzi si è invece dimostrato interessato ad approfondire l’argomento delle tecniche attraverso le quali si difendono dalle infezioni i soggetti che prestano la propria attività lavorativa all’interno delle strutture sanitarie e ospedaliere, mentre il socio Valter Amerio ha voluto sentire il parere del Relatore sull’eventuale incidenza dei Vertici, dei Primari.
 
Anche il Rotaract ha posto quesiti al Relatore, con il socio La Ratta, che in quanto avvocato penalista si è dimostrato interessato ad approfondire gli eventuali aspetti di responsabilità medica di tal natura, al cui riguardo il Past President e Relatore Massimo Burghignoli, in quanto anch’esso avvocato, ha tenuto a rilevare i motivi per i quali la responsabilità, al riguardo del tema della serata, possa quasi esclusivamente essere circoscritta nell’ambito civilistico.
 
Anche in questo caso con leggerezza, se così può dirsi, con l’allocuzione a chiosa “l’operazione è riuscita ma il paziente è infetto”.
 
Il Past President Mario Dufour ha richiesto al Relatore specifiche sulle infezioni relative alla SEPSI mentre è la Rotaractiana Valentina Colombi che ha chiuso il question time con una domanda sull’ipotesi di reati omissivi impropri a carico del personale sanitario in presenza di morti a seguito di infezioni ospedaliere.
 
Una serata vivace anche al termine, segno che i due Relatori hanno saputo tenere alta l’attenzione senza soluzione di continuità.
 
Siamo quindi tutti tornati a casa in preghiera, magari non tutti per gli stessi motivi, sicuramente a prescindere dal fatto che il Relatore e Past President Massimo Burghignoli ci abbia fatto notare come le raccomandazioni di purificazione, non solo dell’anima ma anche delle mani e del corpo, sono contenute anche nella Bibbia.
 
Marco Loro