RELATORE:  RAFAEL JACOEL
 
Viene quindi introdotto dal Presidente Motti il relatore della serata, Raffaele Jacoel, a cui è chiesta una breve sua presentazione.
 
L’argomento dei fumetti, infatti, non ha nulla a che vedere con la professione del nostro Socio, ingegnere impegnato nel settore delle energie rinnovabili, sia a livello nazionale che sovranazionale.
 
Certamente, anche se nel mentre se la ride sotto i baffi, un poco di questa sua estrazione scientifica emerge nel corso della relazione, in quanto pur trattandosi di materia leggera e ludica vengono in essa effettuati alcuni collegamenti e offerti pregevoli spunti di riflessione sia di natura sociale che storica.
 
RELATORE:  RAFAEL JACOEL
 
Questa volta al posto del mestolo di legno, che comunque è entrato, prepotentemente e simpaticamente, a far parte della storia del Club, il Presidente Motti ha recuperato e utilizzato il classico martelletto, per ufficializzare l’apertura della conviviale con il tocco di campana.
 
Ecco che, alla schermata che racchiude tutte le connessioni audio-video dei Soci partecipanti alla conviviale su ZOOM, ancora una volta numerosissimi, viene sostituito tramite share screen il video rappresentativo della nostra Associazione, con in sequenza i tre Inni Ufficiali dell’Italia, dell’Europa e infine del Rotary International.
 
Dopo il benvenuto e qualche dato statistico, ovvero ventiseiesima conviviale nel corso del trentaquattresimo anno di vita del nostro Club e settima conviviale tenuta sulla citata piattaforma web, il Presidente Motti e l’Incoming Loro danno informativa sulla comunicazione pervenuta dal Distretto, con riguardo al Consiglio di Legislazione.
 
Quest’ultimo è formato da un rappresentante per ogni Distretto, quindi in totale da 534 membri, che una volta all’anno si riuniscono per discutere sulle proposte o sulle necessità di modificare i documenti normativi e regolamentari dell’Associazione.
 
Ciascun Socio potrà quindi sottoporre al Consiglio Direttivo del Club eventuale osservazioni o proposte di modifica a detti documenti e nel caso le stesse vengano ritenute apprezzabili sarà inviata formale comunicazione al nostro rappresentante del Distretto e alla Governatrice Tiezzi affinché possano sottoporle al suddetto Consiglio di Legislazione entro la data ultima di competenza del 30 giugno 2020.
Nell’ipotesi in cui non pervenissero osservazioni o proposte da parte dei nostri Soci, il nostro Club potrà comunque partecipare o contribuire nel senso che è stata comunicata al Distretto la disponibilità dello stesso di supportare e avvalorare quelle eventuali osservazioni o modifiche segnalate da altri Club, laddove ritenute meritevoli dallo stesso Distretto.
 
Viene quindi introdotto dal Presidente Motti il relatore della serata, Raffaele Jacoel, a cui è chiesta una breve sua presentazione.
 
L’argomento dei fumetti, infatti, non ha nulla a che vedere con la professione del nostro Socio, ingegnere impegnato nel settore delle energie rinnovabili, sia a livello nazionale che sovranazionale.
 
Certamente, anche se nel mentre se la ride sotto i baffi, un poco di questa sua estrazione scientifica emerge nel corso della relazione, in quanto pur trattandosi di materia leggera e ludica vengono in essa effettuati alcuni collegamenti e offerti pregevoli spunti di riflessione sia di natura sociale che storica.
 
Ma andiamo per gradi, premettendo che lo scrivente non possiede la necessaria preparazione per degnamente riassumere quanto regalatoci dal Raffaele Jacoel, se non attraverso la condivisione delle “slides” o l’invio delle stesse a coloro che ne faranno richiesta.
 
Innanzi tutto ... quando nasce il fumetto? ... e perché si chiama fumetto?
Prima di rispondere, però, è necessario individuare il fumetto, ovvero fornire la sua definizione riconosciuta a livello internazionale, che lo identifica in quella modalità di comunicare e raccontare delle storie che unisce il testo al disegno.
Il Relatore sintetizza la sua storia in una allocuzione che si rinviene nel titolo del suo intervento, ovvero la sua metamorfosi da parente povero della letteratura a nona delle arti.
 
Al riguardo, escludendo alcune elencazioni delle arti non accreditate ma che possiedono comunque un loro pregio, come quella che segue:
  1. Architettura (arte primitiva per antonomasia, ossia l’arte dell’uomo di costruirsi un riparo)
  2. Musica (arte primigenia, all’inizio solo composta di voce e percussioni)
  3. Pittura (declinazione dell'Architettura)
  4. Scultura (declinazione dell'Architettura)
  5. Poesia (declinazione della Musica)
  6. Danza (declinazione della Musica)
  7. Cinema (concilia tutte le altre)
 
Si ritiene che il Relatore abbia voluto riferirsi alla seguente accreditata elencazione delle stesse, laddove attribuisce al fumetto la qualifica di nona arte
  1. Pittura (inclusi il disegno, l'incisione e la grafica digitale)
  2. Scultura (inclusi l'oreficeria, l'arte tessile, l'arazzo e l'origami)
  3. Architettura
  4. Letteratura
  5. Musica
  6. Danza
  7. Teatro
  8. Cinema (inclusa la videoarte, le multivisioni e la fotografia)
  9. Fumetto
 
Arte parente povera della letteratura quindi? ... sì, certamente ... in quanto il fumetto viene legittimamente definito come letteratura disegnata, un’attribuzione che lo avvicina a romanzi e racconti, anche se vi sono critici che lo avvicinano maggiormente alle arti figurative e visive come il disegno e la pittura.
 
Ad ogni modo, il nostro Relatore ci riporta a quel giorno in cui è da tutti riconosciuta come pacifica la data di nascita del fumetto, ovvero il 5 maggio del 1895, quando un vignettista americano di nome Richard Felton Outcalt (vedi foto) disegnò una vignetta dall'innovativa caratteristica di riportare i dialoghi dei personaggi racchiusi in una nuvoletta di fumo.
Da qui il nome “fumetto”.         
                                                                    
                                                                      
Il protagonista di questo “primo nato” era Yellow Kid, un bambino vestito di giallo che dava modo all'autore di redigere una cronaca degli avvenimenti in modo originale, con la gravità e serietà del giornalista e la leggerezza del bambino, uno stratagemma narrativo che trovò una larghissima diffusione e successo negli Stati Uniti e poi nel Mondo.
 
Il Relatore, che sull’argomento avrebbe potuto intrattenere i partecipanti per ore o addirittura giorni ... tra dati storici, curiosità e aneddoti ... ha dovuto però necessariamente effettuare delle scelte, per fare in modo che la relazione restasse all’interno dei tempi previsti.
 
Anche se sinteticamente rappresentato, ad ogni modo, la rappresentazione del Mondo del Fumetto di Raffaele Jacoel ha lasciato il segno in ognuno di noi, regalando emozioni, facendo riemergere ricordi e stimolando riflessioni sulla reale portata di un fenomeno che è tutt’altro che destinata al consumo da parte dei bambini.
 
Tutto l’opposto semmai, perché con fumetti e vignette si partecipano alla collettività idee, fatti e opinioni che, in alcuni casi, forse difficilmente si sarebbe potuto o si avrebbe avuto il coraggio di trasmettere o rappresentare secondo i canoni classici della comunicazione.
 
Il fumetto ha generato eroi senza tempo o età, come il Sig. Bonaventura del 1919, padre il nostro attore di teatro Sergio Tofano, che si firmava in arte fumettistica “Sto”, vivendo molti anni di gloria tra cui il 1929, in cui presero vita Tarzan, Flash Gordon e l’Uomo Mascherato o il 1948, in cui nacquero Tex Willer, Kit Carson e Pecos Bill.
 
L’influenza degli Stati Uniti, patria del fumetto, si crede testimoniata dal fatto che uno tra i più famosi se non il più famoso fumetto italiano, Tex Willer, creato da Giovanni Luigi Bonelli e Aurelio Galeppini e pubblicato ininterrottamente per oltre settant’anni, sicuramente la più famosa e duratura serie a fumetti italiana di sempre, con tirature di oltre 700.000 copie al mese, si pensi che la tiratura media della rivista “Quattroruote” supera di poco le 500.000 copie mese, è ambientato nel Far West.
 
Sempre in Italia la prima rivista settimanale di fumetti fu il Corriere dei Piccoli, pubblicato dal 1908 al 1996, il quale raccoglieva produzioni statunitensi oltre che italiane e di quel periodo vanno ricordati eroi intramontabili come Asterix del 1959 e Diabolik del 1962 nonché veri e propri supereroi come i Fantastici Quattro e l’Uomo Ragno del 1963.
 
Una curiosità, Asterix, che è il fumetto francese per antonomasia, in verità ha avuto due padri nessuno dei quali “propriamente” francese, in quanto Albert Uderzo di origine italiana e René Goscinny polacca.
 
Rispetto alla produzione dei fumetti d’oltre oceano, che in alcuni casi è passata dalla carta stampata alla cinematografia, quasi in una sorta di percorso di umanizzazione come quello di Pinocchio ... tanto per dare qualche esempio di riferimento ulteriore basti citare personaggi come Superman, Batman o WonderWoman ... anche in Italia assistiamo a produzioni di assoluta eccellenza, anche se non di eguale fortuna.
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In una breve ed esemplificativa carrellata possiamo ricordare “Linus”, rivista creata nel 1965 da Oreste del Buono, e negli anni successivi “Valentina” di Guido Crepax, “Corto Maltese” di Hugo Pratt e fumettistica umoristica come Alan Ford, Sturmtruppen, Cattivik e Lupo Alberto.
 
Esistono in ogni caso fumetti dedicati ai grandi come ai piccoli, in cui si parla di situazioni, astrazioni ma anche di valori, in alcuni casi trovandosi tra le mani vere e proprie “istruzioni” per la vita, nascoste nelle pieghe di vicende solo apparentemente di mera finalità ricreativa.
 
Evito di menzionare, a seconda del periodo storico, i collegamenti o i parallelismi che legano quella o quell’altra nascita di un fumetto agli accadimenti sociali, che pur Raffaele Jacoel ha condiviso, resta il fatto che così come ogni uomo è figlio del suo tempo, anche il fumetto non sfugge a tale realtà.
 
Tutti i partecipanti alla conviviale non si sono risparmiati in complimenti verso il Relatore e in domande o testimonianze dell’importanza dei fumetti nella loro vita.
Una conviviale ricca di emozioni, educativa e partecipata, in ragione della quale ritengo di poter concludere questo resoconto con un appello, quello di raccogliere l’insegnamento dei fumetti, ovvero che vi è un modo delicato e financo piacevole per comunicare ogni cosa, anche quelle di una certa gravità o che implicano sofferenza.
 
Se ci abituiamo ad alleggerire il nostro linguaggio, può darsi che verremo percepiti in modo migliore.
 
Esprimersi in modo migliore porta a pensare e poi ad agire in modo migliore, senza presunzioni o prosopopee, senza doversi necessariamente sentire superiori, con modestia di lignaggio o ruolo e una buona dose di ironia e autoironia ... come potrebbe essere appunto un fumettista ... o come forse dovrebbe essere un qualsiasi rotariano.