Prof. Roberto Valvassori
 
Bella domanda a cui il Prof. Valvassori dà un’esauriente risposta che cercheremo di condensare nelle righe che seguono. Certo il nostro approccio con questo mondo (almeno per quanto riguarda la cultura occidentale) non è dei più empatici. Chi non ha mai maledetto una fastidiosa zanzara che ha disturbato le nostre notti estive? O chi non ha provato ribrezzo alla vista di uno scorpione o di un ragno (che, peraltro, non sono insetti bensì aracnidi)? Già perché nel nostro immaginario comprendiamo, sbagliando, nel generico nome di insetti tutto quello che non fa parte del mondo bipede, quadrupede e, aggiungerei, dei rettili. Infatti, il termine scientifico per definire “l’insetto” è “esapode” che comprende tutte le creature che si muovono su tre paia di zampe e questi animali sono otto su dieci e per ogni essere umano ne esistono circa 2000 chili! Tanto vasto e complesso è questo mondo.
Sebbene “it is hard to make predictions, especially about the future (Yogi Berra) possiamo azzardarne alcune.
Dove avverrà il maggior incremento della popolazione mondiale? In alcune aree del mondo: Africa, Asia, Sud America e Oceania le più povere del mondo. Alcune delle quali sono già oggi zone entomofagiche
La richiesta di proteine animali crescerà dalle attuali 250 ml di tonnellate a 470 ml entro il 2050 (dati FAO) e, parallelamente crescerà il consumo di pesce.
Attualmente il pianeta nutre (sempre dati FAO) 7miliardi di persone con una disponibilità media pro-capite di 42kg di carne e 19 di pesce e circa due miliardi di PET.
Alleviamo per il consumo umano 20 miliardi di polli, 1,5 miliardi di bovini, 1,3 miliardi di maiali, 1,2 miliardi di anatre, 1,1 miliardi di pecore, 0,8 miliardi di conigli e 70 milioni di tonnellate di cibo per acquacoltura.
Quando, secondo le previsioni, nel 2050 la popolazione mondiale sarà di 10 miliardi di persone e gli animali (nel senso spiegato più sopra) diventeranno 100 miliardi dove si troverà il cibo per tutta questa moltitudine? E qui entrano in gioco i nostri amici esapodi.
Ed entrano in gioco su almeno tre fronti differenti. Il “food” inteso come alimentazione umana. La Commissione Europea, su parere dell’EFSA, ha dato il via libera all’utilizzo come “Novel Food” di quattro tipologie di insetti soprattutto sotto forma di farine.
Lo stesso processo vale anche per il “feed” (alimentazione animale)
Ma quello che ci pare più importante è il terzo fronte: l’uso degli insetti per la bioconversione dei rifiuti. Particolarmente alcune tipologie di plastiche (PET, Polistirene) trasformandoli in biomasse adatte a molteplici scopi.
Tutto questo processo ha portato e sta portando benefiche ricadute economiche. Ne è un chiaro esempio dell’impianto produttivo di Amiens operante nel settore degli insetti come feed. Un investimento da 370 milioni di dollari che lavora 100.000 di insetti/anno.
Si stima che il mercato mondiale degli insetti come feed e food raggiungerà gli otto miliardi nel 2030 con una crescita annuale del 24% nel decennio successivo.
Abbiamo cercato di condensare in poche righe la lunga esposizione e molti altri interessanti argomenti, resterebbero da scrivere e descrivere; lo spazio non lo consente. Però…però una possibilità per approfondire esiste: partecipare ad un dinner entomofagico! Se qualcuno fosse interessato sarebbe pregato di scrivere allo scrivente che potrà organizzarlo.
Le numerose domande testimoniano l’interesse suscitato da questa relazione e quindi ringraziamo il Prof. Valvassori per la bella ed istruttiva serata e sia permesso allo scrivente un ringraziamento particolare a un amico di una vita